Il periodo migliore per la raccolta di funghi è quello estivo ed autunnale. Le numerose precipitazioni costituiscono uno dei fattori principali indispensabili per lo sviluppo dei funghi. Acqua e calore sono gli elementi che ne inducono la formazione sul terreno.
Compito del fungo è la diffusione delle spore che provvedono a diffondere la specie.
Diverse specie di funghi sono commestibili ma molte altre o non hanno valore alimentare, o possono provocare addirittura fenomeni di intossicazione, anche con esito mortale.
E’necessario che ogni specie di fungo venga identificata con certezza prima di essere consumata. Molti funghi mangerecci hanno specie molto simili tossiche, solo una attenta individuazione della specie può evitare casi di avvelenamento.
Prima di essere consumato è importante identificare la specie del fungo.
La conoscenza oggi è notevolmente aumentata, sia grazie ai molti gruppi micologici che spesso organizzano lezioni e mostre, sia grazie all’esistenza degli ispettorati micologici presso le aziende sanitarie che per legge, oltre a controllare tutti i funghi destinati alla commercializzazione, effettuano gratuitamente il controllo dei funghi ai cittadini raccoglitori. Conoscere le singole specie fungine però non basta.
Per cercare di rendere la raccolta compatibile con l’ecosistema, esiste oggi una legge quadro a livello nazionale che localmente ha trovato riscontro, ormai in quasi tutte le regioni, in specifiche normative regionali.

LE REGOLE PER LA RACCOLTA

Primo fondamentale errore da non compiere, quando si va a cercare funghi, è quello di inoltrarsi in zone sconosciute, ignorando i principi base di precauzione, che sono poi gli stessi che vanno tenuti in considerazione quando si effettua un’escursione in montagna o per i boschi.
Dunque, conoscere il territorio, avvisare del proprio percorso amici o parenti, tenere in considerazione le condizioni metereologiche, fare attenzione a non farsi sorprendere dal buio, non perdere di vista punti di riferimento per poter identificare la propria posizione.

E’ necessario possedere un permesso apposito per raccogliere funghi. Si tratta del cosiddetto tesserino, rilasciato solitamente presso le Comunità montane, i Consorzi di gestione dei parchi, le Province nonchè, a seconda dei casi, presso i Comuni e gli esercizi pubblici convenzionati. Ogni Regione o Provincia autonoma possiede il proprio regolamento. E’ bene conoscerlo bene, prima di affrontare la ricerca.

Ogni Regione decide un tetto massimo per la raccolta (solitamente 2 o 3 Kg). Esistono poi restrizioni particolari per qualità particolari di funghi.
Solitamente il limite di peso per la raccolta varia per i residenti.
La raccolta non è consentita sempre, ma in giorni ed orari ben specifici.

E’ solitamente vietato:

– usare nella raccolta rastrelli, uncini ed altri attrezzi simili per smuovere o grattare il sottobosco, che possano danneggiare l’humus del terreno, compromettendo irrimediabilmente lo strato di micelio che produce i funghi.

– usare per il trasporto buste di plastica. I funghi raccolti vanno puliti sommariamente sul posto e conservati in appositi contenitori rigidi aerati (per esempio i famosi cestelli, in modo da evitare fenomeni di compressione e fermentazione e da consentire la disseminazione ulteriore delle spore. Va quindi assolutamente evitato l’utilizzo di sportine di plastica, carta e simili).

– tagliare i funghi alla base, rendendoli irriconoscibili.

– raccogliere gli esemplari troppo giovani (non hanno ancora prodotto spore); mentre si consiglia di evitare quelli troppo vecchi o ammuffiti.

– danneggiare intenzionalmente funghi di qualsiasi specie, che non vanno mai staccati per essere abbandonati sul terreno. Anche i funghi velenosi o quelli che non si conoscono svolgono indispensabili funzioni per il mantenimento dell’equilibrio biologico del bosco.

Infine, evitare sempre di consumare dei funghi che non siano stati identificati con certezza: nel dubbio meglio non rischiare.

ALCUNI CONSIGLI SU COME EVITARE L’INTOSSICAZIONE A CAUSA DI FUNGHI VELENOSI

La prevenzione è senza dubbio l’arma più valida per non cadere nei potenziali rischi che possono nascondersi nei funghi tossici o velenosi.
Ecco 5 regole molto importanti.
1. Se non si è esperti, vale sempre la pena di far controllare i vegetali che si sono raccolti presso i Servizi di riconoscimento micrologico, che sono attivi presso il servizio di Igiene pubblica di quasi tutte le Asl italiane. Il servizio è gratuito per tutti i cittadini. Grazie a questo semplice espediente, non si può correre alcun rischio di mettere un veleno dentro il piatto.
2. I funghi sospetti non devono essere riposti nello stesso cesto in cui si trovano quelli sicuramente innocui.
3. Non bisogna mai raccogliere i funghi quando sono ancora piccoli: è meno facile capire di che tipo si tratta.
4. I funghi vanno cucinati per 30-45 minuti: in alcuni casi, la cottura elimina parte delle tossine e sicuramente rende il fungo più digeribile.
5. E’ sempre bene mangiare i funghi entro 48 ore dalla loro raccolta. Inoltre, vanno conservati in frigorifero.

Le cose da fare in caso di intossicazione da funghi:

1. Alla prima comparsa di sintomi sospetti in uno dei commensali, è necessario recarsi subito in ospedale, senza aspettare che i disturbi si manifestino anche in tutti gli altri componenti della famiglia che hanno consumato lo stesso tipo di funghi.
2. E’ utile portare con sè anche un piccolo campione del vegetale incriminato (cotto, crudo o anche le rimanenze eliminate durante la sua pulitura) per dar modo agli specialisti di riconoscere la specie in questione e di valutarne al meglio i potenziali effetti.
3. E’ bene informare i medici sulla provenienza dei funghi, se cioè sono stati comprati, raccolti da dilettanti o da persone che si dichiaravano esperte.
4. E’, bene fornire ai medici del Pronto soccorso informazioni riguardanti il tempo intercorso tra l’ingestione dei funghi e la comparsa dei sintomi.

Le cose da non fare in caso di intossicazione da funghi:
1. Non ricorrere a farmaci in grado di bloccare la diarrea, visto che questo sintomo è un meccanismo di difesa attraverso cui l’organismo cerca di eliminare le tossine.
2. Non ingurgitare strani intrugli spacciati dalla tradizione come antidoti contro l’avvelenamento da funghi. Non bere mai latte, che, contrariamente a quanto si dice, non annulla assolutamente gli effetti dell’intossicazione.

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